Riflessione futura: Modello Bilbao

Secondo voi, è possibile che il futuro del calcio s’ispiri ad un qualcosa di “vecchio” e non ad un nuovo spunto? È possibile, sempre secondo voi, che il modello ideale di management possa risiedere in club di cosiddetta media dignitosa classifica piuttosto che fra i miliardari squadroni internazionali? Si può cogliere come esempio da imitare il caso, più unico che raro, dell’Athletic Bilbao e scartare i modelli Barcellona, Juventus o Arsenal, solo per citarne alcuni? Personalmente la risposta è sì, convinto! Un’idea che mi ha illuminato grazie alla lettura, seppur tardiva, del libro “L’ultimo baluardo. Il calcio schietto dell’Athletic Bilbao”, scritto con un coinvolgente e contagioso entusiasmo da Simone Bertelegni. In un epoca storica di crisi economica globale, calcistica e soprattutto extracalcistica, di debiti, retrocessioni e ripescaggi, gli unici elementi certi sono instabilità, sperpero, fallimento. È il destino di diverse società, italiane ed estere. Una situazione attuale figlia di politiche gestionali basate sul nulla, su investimenti extralarge, su promesse non mantenute, su scarsi ritorni economici ed in particolare giunta grazie alla continua ricerca del successo ad ogni costo, tipica dei nostri tempi. Il risultato? Un settore praticamente allo sbando. È sotto gli occhi di tutti i “calciofili” che, hai nastri di partenza di ogni nuova stagione sportiva, vedono spesso crollare i loro sogni dietro al fallimento societario della propria squadra del cuore. La moda degli sceicchi arabi e dei magnati russi va solo a nascondere i buchi economici, “innaffiando” ancor di più l’avido terreno dell’indebitamento. Le risposte che provengono dalle istituzioni sportive di riferimento si chiamano sanzioni, penalità, rigide normative, salary cap e il tanto decantato fair play economico – finanziario. Quest’ultimo può essere uno strumento per riequilibrare l’intero sistema, livellando le possibilità e le risorse a disposizione di ogni società ed aumentando la competitività dei campionati. Un’aria nuova necessaria che,però, vede lontano l’adattamento dei grandi club: ad oggi, Manchester United e Manchester City, Real Madrid e Barcellona, Milan ed Inter sono oltre i termini dettati e continuano a spendere. Quale futuro ci si prospetta? E allora, perché non seguire l’esempio dell’Athletic Bilbao? Un club che nonostante la sua “particolare” filosofia, ha saputo conquistare nella sua storia 8 campionati, 23 Coppe del Re e una Supercoppa di Spagna, contando esclusivamente su calciatori provenienti dai Paesi Baschi. Per molti potrebbe essere un segno di chiusura, per me elemento chiave di una gestione intelligente e razionale, fondata su un florido vivaio, un’ottima struttura societaria e forte, fortissimo radicamento nel territorio. Elementi che hanno sorretto la squadra anche nei momenti più difficili, mantenendola sempre nella massima serie spagnola al fianco di Barça e Real. Un club che elegge democraticamente il proprio Presidente e che coinvolge l’intera comunità imponendosi come punto di riferimento sportivo e sociale. Un modo di fare calcio ai più anacronistico, forse tradizionalista, ma che gli ha garantito la sopravvivenza nel calcio che conta per oltre cento anni. Che questo possa essere un nuovo – passato modello da studiare? In fondo riscontriamo un forte coinvolgimento dei soci – tifosi, il totale delle risorse investite nella formazione di giovani calciatori, ottimi risultati in termini di vendite di merchandising, costi contenuti nell’allestimento della prima squadra, buoni risultati sportivi con dignitose presenze in Europa, non sono gli elementi che ricercano la stramaggioranza delle società professionistiche? Certo i problemi non sono mancati nemmeno al San Mames, ma in fondo chi non ce l’ha? Concludendo, questa voleva essere solo una riflessione ad alta voce, con l’augurio che possa magari stimolare la diffusione di una nuova cultura manageriale fra gli operatori del settore calcistico. Se si continua così c’è il rischio che l’antico pallone di cuoio possa sgonfiarsi definitivamente. Sarà pure un pensiero utopistico, ma sono sempre più convinto che il futuro del calcio presto possa intraprendere la strada di Bilbao, piuttosto che la via di Dubai o Mosca. E se la soluzione futura passi attraverso il passato?Voi cosa ne pensate?

Valentino Cristofalo

2 commenti

AboutBC ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
AboutBC ha detto...

Saludos desd el País Vasco

http://blog.aboutbc.info/2011/09/04/%C2%BFel-futuro-del-futbol-pasa-mas-por-bilbao-que-por-dubai-o-moscu/