I Club inglesi sono più forti o più ricchi?







I club inglesi sono più forti o più ricchi di quelli italiani?
La risposta è che lo sono tutte e due; una è la conseguenza dell'altra.
Gli incroci degli ottavi di Champions League tra squadre inglesi e italiane ci dà lo spunto per fare un confronto di tipo economico-finanziario, analizzando i dati pubblicati da Deloitte nella Football Money League, la classifica dei club europei per fatturato, ne emerge che sia il Manchester United, il Chelsea e l'Arsenal sono davanti rispetto a Inter, Juventus e Roma.
Le società inglesi possono contare su maggiori risorse finanziarie rispetto a quelle italiane e di conseguenza hanno la possibilità di annoverare tra le proprie fila giocatori di alto livello che assicurano successi sia in campo nazionale che internazionale.

Club ------------------- Fatturato
Manchester U. ----------- € 324,8
Chelsea ------------------ € 268,9
Arsenal ------------------ € 264,4
AsRoma ----------------- € 175,4
Internazionale ----------- € 172,9
Juventus ---------------- € 167,5

Fonte dati: Deloitte - Football Money League

Il divario è enorme così come è diversa la ripartizione delle fonti di ricavo, molto più diversificata quella dei Club d'oltremanica; mentre sui fatturati dei Club nostrani i ricavi derivanti dai diritti televisivi incide per oltre il 60% del totale.
Ciò non vuol dire che hanno contratti più redditizi con le televisioni, ma semplicemnte che le altre fonti di introito sono misere se paragonate a quelle inglesi.
Un dato su tutti quello degli incassi al botteghino, che per il Manchester e l'Arsenal è la maggior fonte di introito e mediamente incidono più di 1/3 sul totale fatturato. Per le squadre italiane invece incide solo per il 17% per l'Inter, il 13% per la Roma e il 7% per la Juventus sul totale ricavi.
Questo ci fa capire come sia diversa la gestione di un Club inglese molto incentrato sulla gestione diretta dello stadio che permette un utilizzo non solo riservato ai match days ma sette giorni su sette.
E' importante notare la capacità di utilizzo dell'impianto, sempre pieni quelli inglesi a differenza di quelli italiani che raramente fanno registrare il tutto esaurito tranne nei big match di campionato o di Champions League.
Lo stadio del Manchester, l'Old Trafford ha una capacità di 76.200 posti e la presenza media di pubblico nella stagione 2007/2008 è stata di 75.700 spettatori con una percentuale di utilizzo del 99%. Ancora meglio sono i dati del Chelsea, lo Stanford Bridge ha una capacità di 41.800 posti e la presenza media nella scorsa stagione è stata di 41.400, capacità di utilizzo del 100%. Infine l'Arsenal che da pochi anni ha inaugurato il nuovo stadio che porta il nome dello sponsor Emirates con una capienza di 60.400 posti, lo scorso anno ha fatto registrare una presenza media di 60.100.
Cifre lontanissime dalla realtà italiana, infatti le percentuali sono di molto inferiori. L'Inter lo scorso anno ha avuto una media spettatori di 51.400 a fronte di una capienza di 80.100, peggio ha fatto la Roma con una percentuale di utilizzo del 58%. Più alta la percentuale della Juventus, ma solo perchè l'attuale stadio dove disputa le partite casalinghe ha una bassa capienza, in quanto è solo provvisorio in attesa che i bianconeri completino il loro stadio di proprietà, pronto per la stagione 2011/2012.

Di seguito tutti i dati completi sugli spettatori. Fonte dati: Deloitte – FML



Gli stadi britannici rispondono perfettamente a quelle che sono le esigenze del calcio attuale, capienza media 40/50 mila posti tutti a sedere, mancanza di pista di atletica e dotato di numerosi servizi all’interno come ristoranti, bar, cinema, museo, palestre e box esclusivi per seguire gli incontri in aree privilegiate; il tutto gestito esclusivamente dalle società in quanto titolari della proprietà dell'impianto.
La juventus è la prima società che per il futuro si sta allineando sempre più ai modelli inglesi, con la costruzione di un proprio stadio che permette un utilizzo polivalente dell'impianto.

Per quanto riguarda i ricavi derivanti dagli accordi con le Pay Tv, i dati sono più o meno simili, il Manchester è la squadra che raccoglie di più, 115,7 milioni di euro; ma le italiane non sono lontane e seguono a ruota, rispettivamente con 107,7 l'Inter, 106,6 la Juventus e 105,7 la Roma, mentre Chelsea e Arsenal guadagnano meno, ma le cifre non differiscono di molto.


Altro dato dove le inglesi battono le italiane sono i ricavi commerciali derivanti da contratti di sponsorizzazione, partnership e introiti commerciali vari, questa voce in bilancio per i tre club inglesi in esame è superiore a quella dei top club italiani; a pesare maggiormente sono i contratti di jersey sponsor dove il Manchester la fa da padrone, grazie all'accordo con il colosso finanziario americano AIG, tra l'altro in scadenza di contratto e, colpito dalla crisi economica, ha già espresso la volontà di non rinnovare. L'importo di questo accordo è di 20,8 milioni di euro, cifra destinata ad aumentare con il nuovo contratto che a fine stagione i Red Devils negozieranno con il nuovo sponsor. I contratti di sponsorizzazione di maglia di Inter e Roma sommati arrivano alla cifra che Samsung versa nelle casse del Chelsea. La Pirelli ha un contratto con la società nerazzurra di 7 milioni di euro a stagione, di poco inferiore quello della Roma con l'azienda di telecomunicazioni Wind. I Blues londinesi invece percepiscono 13 milioni dal colosso dell'elettronica. Juventus e Arsenal sono invece più o meno sulle stesse cifre, 11 milioni di euro annui per i bianconeri versati da New Holland azienda del gruppo Fiat e 10 milioni per i Gunners percepiti da Emirates.

Il responso del campo nella Champions League è stato di 3 a 0 per le inglesi, noi possiamo dire che anche il risultato economico finanziario sia il medesimo, troppe le diversità fra i top club britannici e quelli italiani.
Un altro aspetto peculiare è che i patron di Inter Juventus e Roma sono italiani e tifosi della propria squadra con un legame affettivo che li contraddistingue, in Inghilterra la situazione è diversa, i proprietari di Manchester Chelsea e Arsenal sono stranieri che entrano nel mondo del calcio da investitori, con lo scopo di aumentare il volume d'affari dei loro business o acquisire notorietà a livello internazionale.
Ma questo non credo sia una bella cosa per il calcio, personalmente preferisco di gran lunga il modello italiano di ownership, mentre per quanto riguarda la gestione abbiamo tanto da imparare dagli inglesi, in fondo sono loro che hanno inventato questo sport.

Nessun commento